La scorso week end ero a Napoli per partecipare al workshop dal titolo “Porto di Napoli: quali prospettive per il futuro”. L’evento è stato organizzato da Il Sabato delle Idee in collaborazione con l’Unione degli Industriali di Napoli e l’Ordine degli Ingegneri della provincia di Napoli. L’incontro ha favorito un positivo scambio di idee e di pareri tra i diversi rappresentanti delle istituzioni e dell’imprenditoria e ha avuto lo scopo di porre le basi per  un’azione comune di rilancio del porto.

Il porto di Napoli è infatti il motore dell’economia regionale. Secondo uno studio condotto dal centro Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM) la dipendenza della Campania dai suoi porti è stata calcolata pari al 58% contro il 40% della media nazionale.

Il porto vive da 3 anni a questa parte una situazione di stallo dovuta al protrarsi del commissariamento che dura ormai da oltre 1000 giorni! L’amministrazione del porto fino a oggi è stata una gestione di tipo ordinario con un orizzonte temporale di breve periodo. Sono mancate infatti quelle azioni di lungo tempo volte a incrementare la produttività del porto. Interventi che oggi si ritengono necessari per rimanere competitivi.

Lo scalo partenopeo riesce tuttavia a sopravvire nonostante la mancanza di governance e anzi per il primo semestre 2015 è stata registrata una variazione sullo stesso periodo dello scorso anno pari al +11% (fonte SRM). Una qualunque altra azienda non resisterebbe infatti più di un anno senza l’amministratore delegato. Ciò è possibile per i numeri importanti che il porto ha; è il 7° per PIL (fonte ISTAT), è il 3° per intensità marittima e il 1° per flotta in Italia (fonte Mare, Censis 2015). Numeri questi che ne indicano le enormi potenzialità.

L’analisi si è poi spostata sui cambiamenti che stanno avvenendo nel settore dello shipping e a livello normativo. Da un lato abbiamo infatti la ritrovata centralità del mare Mediterraneo come crocevia dei traffici internazionali. Il recente raddoppio del canale di Suez è un chiaro segnale di questa tendenza. Ancora l’avvento delle mega navi sta comportando importanti implicazioni per tutti gli attori della filiera. Dal punto di vista dell’ordinamento, invece, la Riforma dei Porti, inserita nel più ampio Piano Nazionale per la Logistica,  porterà una normativa chiara e razionale che andrà a risolvere certi problemi come quello delle concessioni e dei dragaggi.

Compito dei diversi players a livello politico, istituzionale e imprenditoriale sarà quello di fare sistema e di sviluppare iniziative in grado di rilanciare la competività del porto e della regione, facendo così, della Campania, la locomotiva dell’intero Mezzogiorno.